“Un tempo esisteva, per i lazzi e le bravate del paese, la figura dello scemo del villaggio”. E’ così che comincia il libro “Fratinannu. Il vero fratello di Ianu u sceriffu”; un interessante volume che ci porterà a capire l’importanza delle comunità educanti. Scritto da Salvo Pennisi, edito da Morrone editore, il testo ricostruisce la figura di Benito Ferdinando Di Giorgio, un personaggio quasi mitologico per Cassaro, un centro montano in provincia di Siracusa. E attraverso il quadro di quest’uomo, Salvo Pennisi affronta l’importanza dell’integrazione e dell’inclusione in una comunità di queste persone considerate “diverse”.
Cosa è il diverso?
Ma cosa è “diverso”? E quanto la società di oggi è in grado di accogliere tutti, indipendentemente dal carattere, dagli orientamenti religiosi o sessuali. In altre parole, la diversità è qualcosa che ancora oggi ci spaventa? Come sottolinea giustamente Pennisi nel suo libro, “sembra strano che in una società che tende alla globalizzazione e all’intercultura ci siano ancora fenomeni di discriminazione, di giudizio del diverso”. Eppure è così, inutile negarlo, sono ancora tante, probabilmente troppe, le sacche di popolazione che manifestano episodi intolleranti.
Una comunità educante contro l’intolleranza
La risposta all’intolleranza è senza dubbio l’inclusione. Lo sforzo da compiere, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni è di contribuire alla crescita di comunità educanti; delle comunità che siano in grado di connettere e ricamare, di creare un tessuto sociale che non escluda nessuno. Connettere e ricamare sono due atteggiamenti che devono andare di pari passo per poter davvero parlare di una comunità che sappia educare.
Connettere, perché gli abitanti di una determinata comunità devono sviluppare la capacità di dialogare ed entrare in relazione con tutti. Connettere per rifiutare l’emarginazione, per scacciare l’idea di “ghetti” o luoghi nei quali confinare determinate persone considerate “diverse”. Oltre a connettere, una comunità educante deve essere in grado anche di compiere il passo successivo: ricamare.
Comunità educanti e “l’arte del ricamare”
Quando si ricama si riesce a creare con le nostre mani qualcosa di nuovo partendo praticamente dal nulla ma il ricamare è soprattutto un mettere insieme, prendere fili di colore diverso e intrecciarli dando loro una nuova forma, amalgamandoli, creando nodi, legami. Questo significa ricamare ed è per questo che una comunità educante deve non solo connettere ma ricamare perché solo così il tessuto vitale della comunità stessa potrà essere impreziosito da tutti i suoi abitanti, nessuno escluso.
Come creare comunità educanti?
Per sviluppare queste capacità che sono fondamentali ancora oggi, in una società dove chi è considerato diverso viene ancora additato ed escluso, ogni discorso sulle comunità educanti non può che partire dai più giovani e da un lavoro sulla coscienza emotiva, sull’empatia che tante volte è tornata nei nostri discorsi. L’inclusione di ogni componente di una società è un dovere che appartiene a tutti noi ma più una comunità è consapevole di cosa voglia dire connettere e ricamare nella vita di tutti i giorni, più “diverso” potrà diventare solo una parola obsoleta e non la testimonianza di un’arretratezza culturale ancora oggi troppo diffusa.
Il lavoro che ciascuno di noi ha il dovere di fare segue due direttrici: una individuale e una comunitaria. E’ un percorso individuale per crescere dal punto di vista emotivo, per sviluppare, dove non ci fosse, la capacità di provare empatia. Ed è un percorso di comunità perché è intessendo ciascuno il nostro filo, rappresentato dalla nostra identità, che si può creare una vela in grado di far progredire una comunità e farla diventare davvero una comunità educante. Sta a noi decidere quale percorso intraprendere nella consapevolezza che la capacità di accoglienza e integrazione è qualcosa che impreziosisce prima di tutto ciascun individuo appartenente a una comunità.
Per maggiori informazioni sul nostro studio https://irenemessina.it/
Un interessante video su un progetto incentrato sulle comunità educanti https://www.youtube.com/watch?v=gQfc9IiZ4yc&t=26s